Si parla sempre troppo poco delle origini dell'organo e della sua storia più antica. In queste pagine noi abbiamo già trattato questo argomento cercando di capire il funzionamento dell'Organo Idraulico ed andando a vedere da vicino il famoso Organo di Aquincum. Oggi ci occuperemo più approfonditamente dell'organo nel periodo medioevale.
Contrariamente a quanto si creda, infatti, mentre il Medioevo è considerato comunemente il periodo dei "Secoli Bui", proprio in quei tre-quattrocento anni ci fu la preparazione di quell'evoluzione in senso "moderno" della società e dell'arte che prenderà il nome di "Rinascimento". Sotto questo punto di vista anche i padri dell'organo europeo moderno vanno ricercati tra gli anonimi artefici medievali che prepararono il terreno per le future grandi evoluzioni tecniche e foniche di questo meraviglioso strumento.
Per poter affrontare l'argomento dell'organo medioevale, bisogna dapprima dimenticare come funziona una normale tastiera, poichè a quel tempo gli organi non avevano tasti da premere, bensì da tirare. Questa particolarità deriva dal fatto che le parti "meccaniche" di questi strumenti erano oltremodo "essenziali" e, di conseguenza, il sistema per fare suonare le canne era costituito da aste forate che venivano fatte scorrere all'interno del somiere; quando il foro dell'asse coincideva con quello del somiere la canna suonava.
Uno degli esempi storici di un tale strumento è il cosidetto "Organo di Grado", che contava due registri e quindici canne per registro. La sua "tastiera" era composta da quindici manopole che sporgevano sulla parte frontale dello strumento; queste manopole erano grandi abbastanza per essere impugnate da una mano e "tirate fuori" per far suonare le canne corrispondenti. E' ovvio che, non esistendo meccanismi di ritorno automatico, per far tacere le canne occorreva "reinserire" queste manopole. Ci si può ben immaginare, stanti così le cose, di quanto scomodamente esercitasse la sua attività l'organista "titolare" di questo strumento.
Se l'organo di Grado è databile verso il 1030, un altro strumento precedente è storicamente famoso. Si tratta dell'organo di Winchester. Databile verso il 950, questo strumento è citato in diversi trattati come il più grande organo dell'epoca. Si dice che avesse dieci registri di quaranta canne ciascuno. Le tastiere erano due (una per i soprani ed una per i bassi) di venti note ciascuna ed i ventisei mantici dovevano essere azionati da ben settanta "uomini robusti".
Verso il 1200 si ebbe l'evoluzione delle tastiere in quello che potremmo definire il "prototipo" della tastiera moderna. Con l'introduuzione di un semplice dispositivo meccanico ed una molla di ritorno, i tasti non si dovevano più tirare e spingere, bensì solamente "pigiare", cioè premere. Non immaginiamoci però una tastiera come quelle di oggi. I tasti rimanevano di grandi dimensioni ed anche la loro forma continuava a richiamare quella delle precedenti "manopole"; per poterli azionare, poi, necessitava una discreta forza manuale e, di conseguenza, il metodo migliore consisteva nel picchiarci sopra con pugni e gomiti.
Uno dei primi organi munito di tale tipo di tastiera fu quello di Halberstadt.
Di questo strumento, costruito nel 1361, abbiamo una precisa descrizione e diversi disegni tramandatici da Michael Praetorius nella sua opera "De Organographia". Da questa precisissima descrizione risulta che l'organo in questione era dotato di due tastiere per i soprani, una tastiera per i bassi ed una pedaliera. La particolarità che contraddistingueva questo strumento dai similari dell'epoca consisteva nel fatto che le tastiere non erano più poste affiancate (abbiamo detto che ogni tastiera veniva azionata da un organista) ma sovrapposte, in modo da poter essere suonate da una sola persona. Rimaneva comunque una diversa forma dei tasti che distingueva le tastiere dei soprani da quella dei bassi. Le dimensioni dei tasti erano ancora, come è ovvio, abbastanza grandi, ma già risultava applicata una notevole riduzione che consentiva in modo abbastanza empirico di premere più tasti contemporaneamente con le dita di una mano.
Le tastiere dei soprani avevano 14 tasti (si-do-do#-re-re#-mi-fa-fa#-sol-sol#-la-sib-si bequadro-do) mentre la tastiera dei bassi e la pedaliera contavano 12 tasti (si-do-do#-re-re#-mi-fa-fa#-sol-sol#-la-si). Come in tutti gli organi dell'epoca, sopra ai tasti erano incise le note corrispondenti per dare modo agli organisti di poter eseguire le musiche scritte in intavolatura.
Nei decenni successivi le dimensioni dei tasti si ridussero ulteriormente, consentendo un considerevole aumento delle canne di ogni registro e dell'estensione delle tastiere. In questo modo si arrivò alla costruzione del più antico organo europeo ancora oggi conservato e funzionante, quello della chiesa di Notre-Dame de Valère a Sion, in Svizzera. Costruito nel 1440, questo strumento in origine aveva tre registri ed una tastiera cromatica di 31 tasti (si1-fa4).