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Tre secoli di organo - Seconda Parte

Abbiamo detto nello scorso numero che tra il 1500 ed il 1700 si delineano in Europa tre grandi aree d'influenza organaria, ognuna delle quali soggiace a ben precisi canoni di stile e di fonica. Esse sono quella Italiana, quella Germanica e quella Francese.

La prima area è quella 'italiana', che comprende comunque vasti territori anche ben più a nord della nostra penisola. In quest'area l'organo si evolve senza mai perdere di vista, come base fonica, il registro del 'Principale' ed i suoi armonici. In pratica, l'organo italiano si basa costantemente sul Ripieno, sempre a file separate e che può avere come base il Principale 8 per gli strumenti piccoli ed il Principale 16 per gli organi grandi. Circa la quantità delle file del Ripieno, si arriva fino alla Vigesimasesta negli organi piccoli, per giungere fino alla Quadragesima, con tutti i ritornelli del caso, per gli organi più grandi. E'in quest'ottica, infatti, che viene adottata la divisione tra i 'Registri di Ripieno' ed i registri di 'Orchestra'. In quest'ultimo gruppo venivano posti, infatti, tutti gli altri registri che non appartenevano alla famiglia dei Principali (Flauti, Trombe, Viole, Claroni, Tromboncini, ecc.). E' interessante notare, a questo proposito, come i registri di origine estera venivano inseriti a pieno titolo come italici tra gli orchestrali: le Trombe erano originarie della penisola iberica mentre il registro tipico italiano ad ancia erano i Tromboncini (scuola veneta); la Voce Umana era originaria dei Paesi Bassi e nei primi organi italiani in cui fu usata veniva chiamata 'Voce Neerlandese', la Viola da Gamba è un antichissimo registro tedesco che imita la voce dell'omonimo strumento ad arco.

La seconda area di influenza è quella cosidetta 'germanica', che comprendeva un'area molto vasta, spaziante dall'attuale Austria fino alle lontane lande affacciate sul Mare del Nord. In quest'area, già interessata da una tecnica organaria decisamente d'avanguardia, le foniche si sviluppano in un modo quasi opposto a quello italico. Qui gli organi si basano sulle mutazioni, semplici e composte, e chi più ne ha più ne mette: Terze, Quinte, Settime, None, Sesquialtere e Cornetti si allineano alle tastiere unitamente a Flauti acutissimi e file di Ripieno acuto unite in gruppi di squillante brillantezza. A fare da base a tutto questo alcuni registri tra cui il Quintante ed un Principale dalla voce tanto dura quanto lontana dal Principale italico, mentre le pedaliere assumono anche timbricamente la caratteristica di strumento solista. Ne derivano strumenti dalle sonorità schiette, scute, chiarissime, in un'estetica timbrica brillantissima.

La terza area d'influenza è quella francese. Le sue caratteristiche sono un poco simili a quelle germaniche ma con una differenza sostanziale: mentre nell'area germanica i vari registri venivano proiettati in un'ottica di insieme fonico unitario, qui i vari registri vengono soprattutto visti come voci solistiche. Questa impostazione di base fa si che in Francia la cura nell'intonazione e nella costruzione delle canne sia mirata soprattutto a creare voci perfette; perciò accuratezza di pronuncia, pastosità di suono, rotondità di timbro sono le caratteristiche principali degli strumenti francesi. Anche qui, come nell'area germanica, si sfruttano le mutazioni, con particolare riguardo a quelle semplici, tra cui Terza e Nazardo, mentre vengono curate in modo speciale le ancie e non viene tralasciato neppure il Ripieno, non alla maniera italica, ma diviso in Ripieno grave (Fourniture) e acuto (Cymbale). In questo ambito vengono anche sviluppati i registri di grande potenza alla pedaliera, come la Bombarda.